Ai portoghesi mi sembra che le uova di Pasqua, quelle di cioccolato incartate col ciuffone, come le intendiamo noi, non piacciano un granché. Non se ne vedono molte sugli scaffali del supermercato, e nemmeno nelle pubblicitá. Per dire, nel mio supermercato di quartiere c’è appena un misero cesto di uova a marca Kinder.
Invece qui impazzano letteralmente delle strane mostruositá come quelle qui in fotografia: mezze uova ripiene di creme, pezzi di dolciumi, ovviamente turoli dolci e fragole. In alcuni casi, brigadeiros, una specie di bomba calorica al latte condensato che purtroppo è venuta fin qui, navigando da oltreoceano. O ancora, dulce de leite, una specie di crema Mou argentina e sudamericana, che fa sentire la carie ai denti solo a guardarla.
Insomma, un orrore!
A volte, speranzosamente si intravedono degli ovetti di cioccolato piccoli e colorati, ma perlopiú sono solo mandorle candite - quelle che da noi si danno ai matrimoni, lauree e battesimi, qui sono un’abitudine come snack. In pratica, i nostri confetti.
Non c’è nemmeno traccia della bella tradizione est Europea che da noi in Italia resiste: quella di colorare le uova, dipingerle o tingerle con bucce di cipolle ed altri coloranti naturali, per poi nasconderle oppure giocarci (vince chi ha l’uovo che non si rompe nella maggior parte delle partite).
E, per un paese che consuma quantitá gargantuesche di uova, mi sembra che questa tradizione dovrebbe attecchire con successo pure qui…
E invece no.
Peró ci sono dei cibi tipici, tra cui distacca una focaccia molto simile ad una nostra specialitá pasquale.
Il folar è infatti un pane dolce o salato. Il folar di Trás-os-Montes ad esempio é ripieno di varie carni ed insaccati. Nel panorama dei folares dolci, spiccano quelli che racchiudono un uovo col guscio trattenuto da una croice di pasta in cima (e ci ricorda il casatiello napoletano, che anche lui esiste in versione dolce e salata, e anche lui con uova con guscio).
In certe cose, siamo davvero simili.
Queste ricette sono ancestrali e caserecce, e portano la memoria di un pane che probabilmente esisteva dalla notte dei tempi in tutto il Mediterraneo, simboleggiando una rinascita e l’arrivo della primavera.
A me invece piace molto il folar di Olhão, un dolce algarvio dal sapore medievale fatto di pasta arrotolata ed imbevuta di spezie, tra cui spicca la cannella, e tanto miele e zucchero.
Potete andare fino ad Olhão in Algarve a comprarlo direttamente in pasticceria, oppure trovarlo da Lidl o da A Praça. Comunque sia, ricordatevi di mangiarlo adagio.
Perchè in Portogallo non esiste il concetto della gita fuori porta di Pasquetta, tradizione che io comunque insisto a mantenere.
Con picnic, possibilmente.