Il sale
Il sale è l’anima della vita. Specialmente in Portogallo.
Da noi in Italia, il sale è una presenza effimera e leggera che si scioglie, quasi sempre invisibile ed impalpabile.
È il sale grosso che si scioglie nell’acqua della pasta, o che diventa un carapace mescolato con la chiara d’uovo nel guscio dell’orata in crosta.
È il sale fino sull’insalata e come spolverata sulla cotoletta e le immancabili patatine fritte - piatto che se volete mangiare a Lisbona spinti dalla nostalgia per casa se siete del nord Italia come me, potete farlo con puntualità austriaca da Kaffeehaus in Chiado, un piccolo pezzo di Vienna in Portogallo.
In Portogallo, dicevamo, il sale è una presenza importante.
Sale oceanico, di Atlantico indomabile. Un sale che fa sognare viaggi, pietanze, e che é carico di un lungo passato, ma anche proiettato nel futuro.
Studi dimostrano che si produceva sale sin dall’etá del bronzo e questa tradizione continua, con mezzi ben diversi, fino ad oggi. Da elemento prezioso a bene comune, la storia del sale si intreccia con la storia gastronomica di ogni luogo.
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