Lo “zio” di tutti gli expat italiani a Lisbona è senza dubbio lo scrittore Antonio Tabucchi, che ora vive in questa città fatta di fantasmi letterari, passeggiando insieme agli scrittori che anche lui, quando ancora era in vita, ha descritto come fantasmi.
Oggi, l’Istituto di cultura italiano a Lisbona ce lo fa ricordare con uno spettacolo teatrale a lui ispiarato.
Perchè Tabucchi scrive di Lisbona, del Portogallo e dei portoghesi. Scrive in italiano e scrive in portoghese, anche lui come il suo amato Pessoa in due lingue.
Tra le righe dei suoi libri affiorano scorci di un Portogallo pre-Troika, prima dell’arrivo dei turisti di massa, e della banalizzazione del centro storico.
Dei suoi libri, usati come guida turistica, mi sono innamorata come della sua prosa. È con le sue frasi nelle orecchie che ho passeggiato tra casa mia, vicino alla casa che lui sceglie per Pereira, e casa sua, dello scrittore, in Principe Real.
Omelette con le erbe del caffé Orquidea
L’omelette alle erbe del café Orquidea è l’altro grande protagonista del libro Sostiene Pereira. La ricetta è semplice: uova, erbe fresche che qui come a Roma regalano al mercato.
Vicino alla fermata metro del Rato, e vicino alla Sinagoga, ora c’é persino una Pastelaria Orquidea, che serve diversi tipi di omelette, omaggiando il libro.
Pereira accompagnava la sua omelette giornaliera con un bicchiere di limonata zuccheratissima. Io non conosco quella di Orquidea, ma consiglio quella aromatizzata al rosmarino e senza zucchero di O Corvo, un caffè situato in una delle piazzette più belle della Mouraria. Lontano dal traffico delle auto, un ambiente più propizio alla lettura.
Nel libro, il Caffé propone come piatto alternativo alla sempiterna omelette una insalata di pesce. Mi sento di consigliare una alternativa, che probabilmente sarebbe andata a genio a Pereira: un salto a Benfica, alla Cervejaria Boa Esperança.
Un luogo molto amato, e che permette non solo di degustare una serie di insalate di pesce (ovas, polvo, e pesce), ma anche di assaggiare le famose chiocchioline di cui va goloso anche Pereira. Per noi che non siamo a dieta, finire il tutto con una bistecca nel panino, il famosissimo Prego Sonhé, è quasi un obbligo locale.
La dieta talassoterapica
Costretto dal medico curante ad internarsi in una clinica talassoterapica a Cascais, Pereira è costretto ad ordinare per cena una sera nasello bollito. A noi, che invece internati non siamo, forse andrebbe più a genio un filetto di pesce al ristorante con vista oceano del piccolo Hotel Albatroz.
Se invece volessimo seguire i passi di Pereira, potremmo optare per tornare verso Lisbona e fermarci nella rinnovata Nunes Real Marisqueira per una sogliola alla mugnaia, proprio come quella che poi, il protagonista, ordina per cena. Oppure, invece della sogliola facciamo anche noi come uno dei protagonisti del libro e chiediamo una minestra fredda di pomodoro: ma invece che un semplice gazpacho, da Nunes servono un golosissimo salmorejo di ispirazione cordobesa. Delizioso. A cui far seguire un riso ai frutti di mare, altra specialitá della casa.
Un altro pasto pereiriano è una semplice brioche e caffelatte: ai portoghesi piace infatti tantissimo il galão. Una divertente ma un po’ deludente alternativa al nostro latte macchiato - perché manca di spuma.
Ma noi ci spostiamo sui salati, per un’altra delle colazioni famose nel libro: una braciola fritta, che il protagonista mangia fredda, il giorno dopo. Noi invece andiamo a mangiare una bifana (una braciola bollita in sugo) e la annaffiamo con una birretta al bancone di un bar come la Casa das Bifanas, in piazza Figueiras. Ed evitiamo cosí la fila delle bifanas di Afonso, che ormai impazzano tra i turisti.
Pereira mangia anche un filetto alla strogonoff, quando va a raggiungere il suo caro amico alle terme di Curia. Vicino alla stazione termale c’è l’incantevole padiglione di caccia dei Re, il Palazzo di Bussaco, ora hotel e ristorante. Noi che la nostra spa è piuttosto la cantina dei vini, possiamo davvero gioire con i leggendari vini di Bussaco, mis-en-bouteille-au-château sin dal 1920 ed i cui bianchi bevibili ancora oggi sono datati sin dalla vendemmia del 1944 e i rossi negli anni '40.
Un vero tesoro nazionale.
Per un filetto alla strogonoff nazionale, direi di andare sul classico e puntare sul segreto piú recondito della zona Restauradores, e provare a scrutare nel menu dell’intemporate Restaurante Sancho, che è una valida alternativa all’ormai decaduto Gambrinus.
Se in carta non dovesse esserci, poco male: da qualche parte c’è sempre un bife à café, che con il caffé non ha nulla a che vedere, ma che è un filetto immerso in una salsina golosa e brunita, di cui parleremo anche qui.
Requiem
Il bellissimo Requiem di Tabucchi è da leggere tutto d’un fiato, accompagnato come consiglia lo scrittore ai suoi protagonisti, da una bottiglia di Colares Chitas. Potete sceglierne una del 1955, o piú giovane. In ogni caso, un gran vino in accompagnamento a questo grande romanzo.
E se siete un po’ stufi di vini portoghesi ma volete comunque accompagnare un libro in grande, consiglio di andare a sbirciare nella biblioteca di vini della mia amica Vinotellers. Cris, la proprietaria, di professione sommelier è in veritá una vera e propria Sheherazade del vino. Nella sua biblioteca vinica ci sono perle assolute, vini vecchi e vini antichi. Perfetti per le pagine di un libro, in un pomeriggio piovoso.
Ma torniamo a Lisbona, e al Requiem di Tabucchi.
Spedisce il suo protagonista a mangiare pesce spada affumicato, ed a me non viene in mente luogo migliore per mangiarlo che da Can The Can in piazza del Commercio a Lisbona, e non solo perchè è stato uno dei posti dove mi sono trovata a leggere Requiem mentre pranzavo, molti anni fa.
Visto che si avvicina la primavera, possiamo provare a gustarci una poejada de bacalhau: una minestra di baccalá e menta poleggio, una specie autoctona, fragilissima ed aromaticissima che spunta in primavera sulle rive dei fiumi ed in zone umide, e che fece innamorare persino gli antichi Romani che qui la scoprirorno, integrandola nella gastronomia locale.
In alternativa, si puó provare a cercare una caldeirada de enguia a moda de murtas. Piatto speciale della zona di Aveiro, confezionando una minestra con anguille e zafferano.
È curioso come due delle ricette della Confraria Gastronomica “As Sainhas” entrino in Requiem: chissá che Tabucchi non fosse un membro di questa Confraria, come io lo sono dell’ Ordine della Cabidela! Infatti, in Requiem sono menzionate ben due ricette di questa gustosa confraternita gastronomica.
Tabucchi fa mangiare al povero protagonista, in una giornata torrida di agosto in città, un piatto tipicamente invernale e tipicamente del nord: papas de sarrabulho.
Se doveste trovare il tutto troppo indigesto, potete sempre seguire il protagonista di Requiem e lasciarvi tentare da una insalatina mendes pinto con avocado, gamberi e germogli di soia. Questo piatto, ed il ristorante menzionato sembrano proprio un ricoprdo di quello che fu, a quel tempo, il mitico Bica do Sapato o l’altrettanto mitico Pap’Açorda. Oggi di avocado e gamberi è piena Lisbona, per cui vi propongo un twist, sempre a tema crostacei.
Potete trovare una versione moderna e golosa dell’insalata di crostacei in due posti che sono oggi altrettando alla moda: una deliziosa insalata di granchio é infatti servita sia nell’arioso Praia no Parque, ristorante immerso nel verde del Parco Edoardo VII, ma anche da JncQuoi Asia in Avenida Liberdade. Invece, per i nostalgici del cocktail di gamberi invece, quello con la salsa rosa e la lattuga, dirigetevi a passo sicuro da Sancho, in Restauradores.
Gracias a él subí a la Rua Damasceno Monteiro y, por casualidad, descubrí la historia del barrio da Estrela d'Ouro, fundado por el inmigrante gallego Agapito Serra. Y de ahí a la historia de los gallegos aguadeiros y taberneiros de Lisboa, a la Ilha dos Galegos, a la ginja Espinheira y a toda una historia galaico-alfacinha poco conocida.