Ve lo dico subito: é una mezza tragedia.
Mentre in Italia si inizia ad affermare una nuova onda di pizzaioli che creano innovazione e si affiancano ai grandi custodi della tradizione, a Lisbona si vedono quasi solo imitazioni di brutte pizze napoletane con cornicioni esagerati.
Lodevole l’impegno dei pizzaioli che si battono il petto dicendo “ma io uso solo San Marzano” o “ma io faccio venire la bufala da Aversa”. Peccato che queste materie prime viaggino male e siano spesso a loro volta impiegate peggio.
Dimenticatevi meraviglie come iTigli, o come Renato Bosco, od anche come Crosta.
La nuova pizzeria qui in Portogallo non é arrivata.
La pizza, qui, è napoletana o simili. E basta.
Qui al massimo vengono creati obbrobri con purea di zucca al posto del pomodoro, che naviga in un ciambellone enorme di pasta lievitata, “perché questa é la Vera Pizza Italiana” che nella maggior parte dei casi se anche i pizzaioli dovessero aver provato, è stato decenni fa.
La dittatura del cornicione-ciambellone, impera.
Per questo io le mie voglie di pizza spesso e volentieri me le tengo fino in Veneto, dove vicino a Verona ci sono due delle quattro migliori pizzerie d’Italia e mi tolgo qualunque sfizio.
Ma a Lisbona, per chi avesse nostalgia di pizza in terra lusitana, a Lisbona c´’e anche un po’ di sollievo.
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Da leggere, per affamati.
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