Non ci sono solo le classiche trappole per turisti in forma di ristoranti con foto di piatti plastificate da cui tenersi alla larga.
Come italiani all’estero, dobbiamo avere l’accortezza di prendere qualche precauzione in più quando visitiamo il Portogallo, affinché la nostra esperienza sia piacevole e non si trasformi, gastronomicamente parlando, in un incubo.
Per esempio, evitiamo di prendere il tram 28, e soprattutto di far due ore di coda in fila al sole preda dei borseggiatori.
Il coriandolo
Per alcuni di noi, geneticamente, il coriandolo non é altro che un’erba malefica capace di rovinare qualunque piatto. Chi possiede questa caratteristica percepisce il coriandolo come sapone, nel migliore dei casi, e come una cimice che scoppia sotto i denti nel peggiore.
L’uso di questa erba aromatica divide il Paese in due: a nord lo detestano, sostituendolo ovunque possibile con il sensatissimo prezzemolo, mentre dall’Alentejo in giú è piú facile incontrare coriandolo che persone.
Pasta e Massada
Non c’è niente di piú terribile, per un italiano in visita, di un piatto di pasta scotta. Per cui, se siete in visita, scegliete oculatamente e limitate le nostalgie a base di pasta per alcuni ristoranti italiani. Mi vengono in mente Davvero e Allora a Lisbona e Tua Madre ad Evora in Alentejo.
Ma se per caso in un menu di un ristorante portoghese vedete scritto massada, non pensate all’ultimo baluardo di Erode contro l’assedio romano in Israele.
Pensate invece ad una minestra acquosa di pasta e brodo. E statene alla larga, perché non vi piacerà.
Il rancho
Non c’entrano qui i cowboys, ma come il nome suggerisce, più che altro un rancio di una caserma. Avete presente l’aroma delle mense delle medie? Immaginatelo impiattato: l’ho assaggiato per voi, cosicché non dovrete soffrire.
Vi lascio un link per andarlo a vedere, ma sedetevi prima.
E ricordatevi di non ordinarlo mai. Non lo capiamo, nemmeno vogliamo capirlo. Teniamoci stretti piatti sublimi con (quasi) gli stessi ingredienti come la pasta e ceci o la pasta e fagioli, e passiamo oltre.
L’aglio
A noi l’aglio piace. Lo mettiamo nel soffritto, insieme alla cipolla. Uno, due spicchi. Abbondiamo nella bagna cauda e tutto quell’aglio ci pare un’esagerazione. E invece no. I nostri cugini lusitani con una bagna cauda potrebbero condirci una qualunque delle pietanze, tanto l’aglio viene usato, anche a volte a sproposito.
Ma attenzione: l’abuso dell’aglio è assolutamente un indicatore di cattiva qualitá della cucina. Anche in Portogallo infatti l’aglio, seppure usato, è usato metodicamente, non a caso lanciato in grandi quantità.
In alcune “tascas” turistiche ahimé si viene letteralmente inondati da aglio e olio, manco si fosse vampiri. E quindi, meglio esorcizzare il tutto e starne alla larga.
Da Zé da Mouraria, ad esempio, l’aglio abbonda, un po’ troppo forte, ed i turisti anche loro, nella stessa misura. Viene spacciato come una “hiddeen gel” ma in realtà è un ben disegnato esempio di ristorante piacciono per turisti (portoghesi ed internazionali), creato a tavolino per proporre grandi dosi dai sapori forti. Non necessariamente buoni.
A voi le conclusioni.
Il riso acquoso
Lo chiamano malandrinho e molti portoghesi ne vanno letteralmente pazzi, anche se nella maggior parte dei casi alla tavola arriva una sorta di minestra di riso con i chicchi tutti esplosi dalla cottura prolungata.
Pensando a Gian Burrasca e alla sua lotta contro le minestre del riformatorio dove era stato cacciato per essere stato, appunto, un malandrino, fatene a meno.
Non riuscirà a lenire la nostalgia per un risotto ai frutti di mare, ed è raro trovarne di ben fatti. Che comunque vi farebbero pensare se forse non sarebbe stato meglio un risotto all’italiana.
Il bolo de bolacha invece del tiramisù
Senza savoiardi e mascarpone, questo dolce onnipresente nelle tavole calde e nelle tascas, nei ristoranti tradizionali e in quelli démodé, è un sapore per molti che rimanda ai pranzi d’infanzia e pertanto piace.
Ma a noi, cresciuti a savoiardi fatti in pasticceria (o ai Vicenzuovo) e mascarpone, questo dolce pare una mattonella di zucchero, burro e biscotti secchi appena bagnati di caffé.
Ci sono tantissimi dolci da provare in Portogallo, come la Sericaia ad esempio, questo potete saltarlo a pié pari e senza aver perso nulla.
Se trovate il Tiramisusi ordinatelo, invece: è una produzione artigianale di connazionali in Portogallo. Spirito patriottico, ed un ottimo prodotto veramente artigianale.
I ristoranti della baixa lisboeta
Li conosciamo tutti. hanno i tavolini fuori, sulla strada. Ed anche i camerieri, spesso non portoghesi, che con un menu plastificato in mano vanno a caccia di clienti. Il menu, in varie lingue, spesso è anche illustrato.
Niente di buono puó venire da questi luoghi, se non una probabile purga, oppure un bancomat malfunzionante. Se siete nella Baixa ed avete fame, ci sono varie opzioni nei dintorni. Tutte, rigorosamente, senza camerieri in strada.
I vini da mal di testa
I famosi vinhos verdes per la maggior parte vi possono causare severi mal di testa, anche solo con un bicchiere. Statene alla larga, specialmente da quelli con l’etichetta arancione.
Come consiglia il gastronomo e giornalista enologico Edgardo Pacheco, diffidate dei soliti vini. Se vi doveste sentire in vena di esplorare, provate invece qualche vino tra i seguenti.
I vini del Douro Verde
I miei preferiti sono senza dubbio i vini della Quinta da Covela, prodotti da Lima Smith. Vini facili da bere, adatti alle riunioni di amici e ai pranzi in compagnia.
I vini di Monção e Melgaço
Ordinare un vino di Luis Seabra è sempre un’opzione sicura. Granito Cru è un bellisismo vino di questa regione, facile da bere e piacevole.
Li trovate in vendita in Italia via PortugalVineyards.
Il coriandolo è l'erba del diavolo. Ricordo una cataplana all'Estoril con del pesce meraviglioso rovinato dal coriandolo