Comunicazione di servizio
Perché scrivere un blog di gastronomia portoghese quando non interessa (quasi) a nessuno?
Perché ho iniziato questo blog, un anno fa?
Perché non esiste(va) e non esiste alcuna alternativa che racconti la gastronomia portoghese senza appiattirsi su cose trite e ritrite, in primis: la ristorazione.
Alla stampa enogastronomica italiana poco interessano le chiacchiere.
Vogliono luoghi (dove mangiare?) non idee, vogliono punteggi (stelle, forchette) e numeri (prezzi).
Si accontentano di quello che sommariamente un paio di giornalisti vengono a raccontare, dopo una spedizione in terre lusitane in compagnia di furbi promotori locali, desiderosi che i loro clienti finiscano sulle pagine di riviste e guide straniere.
Non una volta che dicano cosa mangiare, e perché mangiarlo, e come trovarlo anche senza aiuto di una guida specifica che punti in una direzione.
È ovviamente più facile dire: mangiate qui.
Il motivo di solito é “perché ve lo dico io” - inviato speciale ma senza molto tempo da dedicare, e che mi affido alle mani esperte e greedy delle agenzie locali.
Eh, no.
Molto più difficile é spiegare le ragioni di questa o quella scelta, anche perché nella maggior parte dei casi in cui i giornalisti italiani si dislocano in Portogallo é attraverso una agenzia portoghese di promozione territoriale, che si appoggia a un paio di agenzie di comunicazione, che a loro volta spingono i “loro” clienti.
Sorpresi?
Non proprio.
Per che peccato, dico io invece. Mi piacerebbe anche ricevere qualche feedback da voi, e che voi lettori mi diciate cosa vorreste che io vi raccontassi!
A me, anche quando viaggio, interessano le ragioni ed i motivi dietro ai piatti. Per cercare il ristorante adatto a dove mangiare tale piatto, spesso mi arrangio. Non c’é che l’imbarazzo della scelta!
Ed invece, pochi mi dicono cosa dovrei mangiare, e perché dovrei farlo, e come dovrei assaggiare, e cosa aspettarmi.
Per cui, eccomi qui.
Volevo anche informarvi di una cosa. Ho deciso dal prossimo numero della newsletter, di introdurre sistematicamente un paywall.
Il paywall sarà applicato per informazioni extra in ogni post.
Che tipo di informazioni?
Solo informazioni ghiotte per i giornalisti che sbirciano questo profilo, senza dir nulla né nulla riconoscere, alla ricerca di cose da scrivere per i loro lettori (il “dove mangiare”) e che saranno disponibili d’ora in avanti solo per chi decide di appoggiare finanziariamente questo progetto.
Il resto, che è invece cultura, rimane libero: perché la cultura per me è SEMPRE libera!
Si accettano ovviamente scambi di abbonamenti: in cambio della vostra newsletter, vi do accesso alla mia.