Questa rubrica nasce quasi per gioco: ogni volta che un giornalista gastronomico/enologico/hospitality viene in Portogallo, io leggo attentamente quello che scrive.
Quindi, faccio i compiti: vedo dove é stato, con chi si é trovato.
Di chi era la “press trip”: quale agenzia la sponsorizzava, ergo quali locali stanno spingendo, quali chef, quali contenuti, quale narrativa, e via così.
Sono tutti così felici di condividere ogni attimo su Instagram, tra altri social, che basta una veloce occhiata di tanto in tanto per sapere già tutto. Quasi so già cosa scriveranno, e come.
Normalmente un giornalista viene menato per l’aia da furbe agenzie di promozione per qualche ora o per qualche giorno. Io invece qui a Lisbona ci passo davvero molto tempo, tra un viaggio e l’altro.
Inizialmente facevo questo esercizio in modo propedeutico: non sono mai diventata giornalista dopo aver lavorato in una testata qualche mese, per cui ho davvero bisogno di esercitarmi.
Come?
Riscrivendo gli articoli.
È un esercizio necessario, perché mi spinge fuori dalla mia zona di conforto e mi pone davanti dilemmi stilistici ed editoriali che, quando scrivo su ispirazione personale non ho.
La maggior parte degli inviati infatti scrive di luoghi e di chef, che sono due argomenti di cui io invece non uso scrivere.
Per cui, mi devo esercitare!
Mi diverto tantissimo a riscrivere questi articoli. Cosí ho pensato: perché non far divertire anche voi?
L’Inkiesta Gastronomica é andata a Lisbona, accompagnandosi ad altri giornalisti italiani e con una agenzia di comunicazione locale che ha messo un po’ lo zampino nell’organizzare gli itinerari: tra i luoghi visitati, uno dei miei hotel preferiti in città.
Qui il loro articolo, scritto dalla loro inviata Chiara Buzzi. Ha scritto di Bairro Alto Hotel.
Più sotto, la mia riscrittura, che risponde alla domanda: come avrei scritto io questo articolo?
In paywall perché l’hotel non mi paga per far loro pubblicità, ma voi lettori sì perché io vi informi, e vi faccia anche divertire.
Buone letture!
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