Non posso negarlo.
Lisbona ha un grosso, grossissimo problema con gli Airbnb - e recentemente vi ho anche spiegato perché.
Lungi dall’essere iniziative amatoriali in cui una famiglia cede una stanza in più, o la casa delle vacanze, a dei turisti, la stragrande maggioranza di Airbnb a Lisbona appartiene a fondi e grandi gruppi, che li gestiscono come hotel - ma senza le implicazioni di pulizia, sicurezza e decoro pubblico.
Purtroppo, dico io. Queste mancanze generano seri problemi con il vicinato: spesso presi letteralmente d’assalto da gruppi do giovani in cerca di un posto a buon mercato per organizzare uno “sarà party”, questi appartamenti diventano a volte circhi-latrine senza controllo, con “guests” che infilano più persone di quanto dichiarato, rumori molesti in ore notturne, ed altre inciviltà.
È ormai un sogno del passato l’idea che gli Airbnb vengano usati da famiglie e coppie e gruppi di amici per “vivere come locals”: questi turisti se ne fregano dei locals, perlopiù vengono a Lisbona attratti del bel tempo e dai prezzi (un tempo) bassi, e vogliono ubriacarsi a poco prezzo e mangiare pancakes, come potrebbero fare a Rotterdam, Lubiana od ovunque al mondo.
Per questi motivi, io vi sconsiglio vivamente di nutrire un business alla fine nefasto con i vostri risparmi: un sistema che negli ultimi anni ha cannibalizzato il centro di Lisbona, creando vere e proprie zone desertiche in cui, oltre agli Airbnb, non ci sono abitanti.
accerchiati dai beoni, gli ultimi stoici vecchietti sono fuggiti, ed i loto furbi nipoti hanno trasformato le case avite in altri porcili per turisti.
In Alfama e mouraria ad esempio rimangono praticamente solo le foto attaccate ai muri di Camilla Watson, cui disperate guide turistiche si aggrappano per i loro tour, raccontando favole di un tempo che non c’é più a grulli di passaggio, nel vuoto umano punteggiato di Airbnb.
È vero, ci sono anche gli hotel.
Tanti, forse troppi.
La Baixa, tra piazza Figueira e piazza del Commercio in pratica è un quartiere di soli hotel e qualche ufficio, appoggiati su un reticolo di strade che ospitano perlopiù trappole per turisti (caffè con pancake al lato di “tascas” dove si tenta di invogliare i turisti con i racconti e sapori di tempi andati), negozi di catene (come Calzedonia e Zara), e negozi di ciarpame e magneti da frigo rigorosamente made in China per turisti boccaloni.
Gli hotel, perlomeno, prendono in mano caseggiati abbandonati e li trasformano in unità coerenti. I pochi residenti tra un hotel e l’altro vivono perlopiù tranquilli.
Non si possono fare festoni da cinquanta invitati in una stanza d’albergo, cosa che invece negli Airbnb di Lisbona, molti di loro completamente fuori controllo, continua a succedere.
Più di una volta io stessa ho dovuto chiamare le forze dell’ordine per sgomberare l’Airbnb vicino casa mia, preso d’assalto da decine e decine di ragazzini (spesso francesi o spagnoli, ma anche imbecilli nostrani) che lo trasformano in un luogo per rave parties.
Musica, gente, alcool.
Dal numero di cartoni della pizza che gli Airbnb del mio vicinato consumano direi che siamo a Napoli, e invece siamo a Lisbona.
Per questo, se potete, optate per un hotel.
Fatelo per i residenti.
Fatelo perché gli hotel almeno un po’ di rispetto per il luogo in cui sono lo hanno, insieme a responsabilità corporative e sociali.
Per fare la mia parte vi propongo alcune opzioni di hotel un po’ fuori dalle solite trite opzioni delle guide turistiche, hotel che possono essere interessanti per i vostri viaggi nella capitale lusitana.
Ispirata dallo scorso articolo, vi propongo qualche alternativa valida per visitare Lisbona e rimanere in centro, o spostarsi nei suoi dintorni.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Oltre il baccalà: guida gastronomica del Portogallo per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.